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“Dotato di una prorompente personalità che mai gli fa assumere atteggiamenti da palcoscenico [...] egli è mosso da una specie di curiositas di chiaro stampo pliniano [...] ben lontana dalla cupiditas eruditionis, che è solamente fine a se stessa e che non produce alcun frutto”. A. Crocco, Sensazioni, Caserta, 1989.
“Carlo Palermo coltiva - non superficialmente - interessi molteplici. Egli è mosso da una specie di curiosità di chiaro stampo pliniano (quella che conduce alla conoscenza, che è poi l'anticamera della verità), lontana dalla cupiditas eruditionis, che è solamente fine a se stessa e che non produce alcun frutto. È proprio per appagare siffatta curiosità - per lui, ribadisco intesa come imperioso sentimento di indagare - che Carlo Palermo si è questa volta avvalso di un materiale vecchissimo, il «tufo», nato con i primi mattini della terra; comunque adatto a portare in superficie le sue felici intuizioni, a tradurre - in piani ed in volumetrie - il suo profondo sofferto vissuto, il suo interessante “racconto a puntate”. Augusto Crocco
Carlo Palermo, scegliendo il tufo, ha fatto conferire in quella scelta tutte quelle caratteristiche che lo connotano come uomo ed artista e siccome ha fede nella centralità dell'uomo, ha la dote di una formazione culturale a tutto tondo, perché all'umano interrogativo fa convergere, come all'unico valore centripeto, sapienza e scienza, tecnologia e progresso, anche la sua arte rispecchia un universo che si enuclea da un senso del divino che non si intende se si parcellizzano le conoscenze nei canoni delle specializzazioni troppo consuete. Nella sua arte Palermo investiga e si investiga alla luce di un patrimonio di umanità assimilato e ritrovato per speculum. L'alternanza di pietas, di amarezza, malinconia, sono coscienza d'uomo che ama la scienza ed è consapevole dei limiti di quella di fronte ai grandi interrogativi. Intanto il medesimo uomo ama la sapienza e ne riconosce i significati eterni, ma all'impotenze della scienza è costretto ad associare l'umiltà della sapienza di fronte ai medesimi misteri: scienza, sapienza, arte, natura, restano un brivido di luce sulla (sua) “città del tempo”. [...] C. Palermo simboleggia e metaforizza logiche affettivosentimentali con riferimenti ai geometrici archetipi e all'immaginario che ricorre nella opera di Orazio cantore di se stesso sottratto a Libitina: “non omnias moriar”. Angelo Calabrese
Carlo Palermo, scultore ha il suo linguaggio, che è fatto di schiettezza, di semplicità, di immediatezza, di espressività, di poesia. Sono i momenti veri dell'opera sua che si armonizzano nella immagine tratta dal ferro, dalla pietra e soprattutto dal tufo - la più umile delle materie, cui l'artista trasmette tutta la sua forza lirica, il gusto e il sentimento del bello estetico. Ed è proprio nel “tufo” che Palermo è riuscito a scoprire opere che si distinguono per morbidezza e trasparenza a causa delle vibrazioni sottili della luce. Libero da suggestioni, affida la sua opera alla pienezza del ritmo e all'entusiasmo del momento di grazia. Una viva espressione artistica racchiusa in puri e genuini valori di stili e di forma. Roberto Maria Ferrari
“Tutte le sue opere emanano un non so che di magico. L'aver preferito un materiale primigenio come il tufo indica in lui uno spirito di ricerca, l'alba della terra e le prime creature formatesi, il voler modellare figure che sembrino create direttamente dagli elementi della natura, vento, acqua. Da qui il mistero che sprigionano all'occhio del profano che le osserva”. A.Maria Ghedina
“Tutte le sue opere hanno un linguaggio di sensazioni umane che confluiscono al cuore e alla mente. «le donne» di C. Palermo, nate dal bisogno di esprimere il meglio dell'intelletto, hanno la stessa gentilezza delle sue poesie, per cui vanno amate, sognate e adorate, proprio come si fa con le Madonne e le belle donne”. Pasquale Stanzione
“Carlo Palermo ha saputo animare il tufo, dando vita ad una serie di sculture che raggiungono il livello d'arte e che fanno dell'autore un autentico artista destinato a traguardi molto ambiziosi. I soggetti religiosi della collezione raggiungono toni lirici che portano il visitatore a meditare molto profondamente”. Antonio Cantalamessa
“...nell'espressione, nel materiale stesso adoperato, sembra rilevare il mistero dell'attrazione e della delusione, riuniti in un solo attimo-sintesi esistenziale”. Marisa Russo
“Il Tufo (per C. Palermo): essenza e ossatura della città materia grezza e pur tuttavia plasmabile [...] Trasfigurato ieri come oggi dall'uomo artista per esprimervi le sue «sensazioni» [...] é concettualizzazione di memorie, remote, di fatti materiali, di urgenze interiori [...] é ricerca pura dell'espressione, dello spirito che vuole sprigionarsi dalla massa che l'avviluppa e, di fronte all'umana paura di osare, e infine invito a tentare il cimento con la materia informe”. Yvonne Carbonaro
“C. Palermo, an art with a heart, [...] has been looking for his inner self, engaged in a relentless, research entre soi meme steadly avoiding an easy succass to aim instead at deepening his knowledge...” Leonella Zara Foggia
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